🔲 LA CENTRALE TURBOGAS È FALLITA

La crisi di Ansaldo Energia ha finito per coinvolgere anche la centrale turbogas di Presenzano, causando una esposizione non più sostenibile di Geko Spa con fornitori e ditte in subappalto, nonché una mancanza di liquidità per il pagamento degli stipendi di giugno, che quindi risulterebbero sospesi.
Ecco che improvvisamente tra Ansaldo e Geko, fino al giorno prima impegnate insieme nelle attività di messa a punto definitiva, è calato il gelo e sono iniziati a volare gli stracci.
Oppure, ma è una mia interpretazione da non addetto ai lavori, questa è soltanto una parte della vicenda, dal momento che probabilmente è in gioco anche, e soprattutto, un rapporto di commesse finora affidate da Ansaldo e Geko, che è sempre stato preferenziale e forse non può più esserlo…
Ed è proprio in virtù di questa mia personale valutazione, che ho guardato con un certo distacco e scetticismo alla manifestazione di protesta di una parte delle maestranze presso l’ingresso dell’impianto.
Infatti il recente sciopero della Geko contro Ansaldo, al grido di “Ansaldo, ci devi pagare!”, mi è sembrato simile ad un pranzo nuziale durante il quale i parenti degli sposi litigano in malo modo tra di loro, rovinando la festa dopo aver consumato un allegro e abbondante banchetto di nozze.

Adesso, pur essendo sempre solidale con i lavoratori in difficoltà, e quindi anche con i dipendenti del dott. Alfonso Gallo, voglio essere sincero: questo loro sciopero non servirà a nulla, come non sono servite a nulla le nostre numerose manifestazioni contro la costruzione della Turbogas.
Forse questi operai avrebbero dovuto incrociare le braccia un paio di anni fa, quando qualche “fortunato” locale è stato fatto salire sull’unico treno che è arrivato a destinazione, quello dei contratti a tempo indeterminato con Edison… Allora sì che bloccare il cantiere, nella sua fase di massima espansione, avrebbe avuto un potere contrattuale.

Temo che adesso, invece, sia troppo tardi.
In realtà, il problema principale è un altro: la centrale turbogas di Presenzano, come grande opera perseguita per oltre quindici anni, è praticamente “fallita”.
Un fallimento dal punto di vista tecnico-costruttivo, imprenditoriale e occupazionale, come cercherò di chiarire più avanti.
E pertanto, con buona probabilità, essa non entrerà mai in funzione, a causa delle gravi conseguenze di una serie di circostanze negative, alcune imprevedibili ed impreviste, a partire dall’emergenza Covid.
Perché sarebbe troppo oneroso, dal punto di vista economico, riparare ad alcuni “fiaschi” ormai accertati, e di conseguenza, per una principio di salvaguardia aziendale, Edison sarebbe pronta a sacrificare, in qualche modo, questo sfortunato progetto, che resterà l’ennesima cattedrale nel deserto.
Un’opinione ultimamente rafforzata da alcuni documenti ai quali ho avuto accesso come consigliere comunale di opposizione, e dalla cui lettura emergono conferme di fatti e problemi che già conoscevo, e di cui avevo scritto in passato, anche se in maniera sommaria e sotto forma di indiscrezioni.
Mi riferisco all’ultima relazione semestrale sullo stato di avanzamento dei lavori, imposta ad Edison in fase di autorizzazione finale dell’opera.
I toni sono dimessi, quasi drammatici, ben lontani dagli entusiasti squilli di tromba che nell’autunno del 2019 annunciavano il definitivo avvio dell’insediamento per la produzione di energia a Presenzano.
Un resoconto che illustra in sintesi, non soltanto i ritardi e le gravi carenze nella disponibilità di materiali, materie prime e attrezzature causate dal Covid prima e dalla guerra Russia-Ucraina dopo, bensì anche i cosiddetti problemi tecnologici delle turbine di ultima generazione, cioè dei “difetti”, che essendo stati riscontrati a Marghera Levante, hanno richiesto interventi urgenti di riparazione anche a Presenzano, dove sono montati gli stessi macchinari.
Tutto ciò ha compromesso la messa in esercizio commerciale prevista per il secondo semestre del 2022 – sarebbe stato effettuato soltanto il cosiddetto “primo fuoco” – e per ammissione della stessa Edison, lo scenario dell’avviamento rimane ancora “critico”.

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