🔲 “QUALCOSA PRIMA E QUALCOS’ALTRO DOPO” PER VINCERE UNA GARA A PRESENZANO…


Emergono ulteriori intrecci relativi al settore appalti pubblici del Comune di Presenzano e l’inchiesta della magistratura casertana sulle attività imprenditoriali dei fratelli Caprio (Francesco, Luigi ed Ubaldo), pur non essendoci, al momento, un coinvolgimento diretto nelle indagini di personale o di tecnici al servizio dell’ente locale. Partiamo da quello che ho scritto lo scorso 19 luglio dopo l’esecuzione del decreto di perquisizione e sequestro di dati parte della Guardia di Finanza di Piedimonte Matese e del nucleo di Polizia Tributaria di Caserta, che hanno operato su mandato della Procura di Santa Maria Capua Vetere. 

Ho citato, come esempio, il caso di Pasquale Caprio, il legale rappresentante della Ubi Maior, cioè l’impresa costruttrice dell’edificio che dovrebbe ospitare il distaccamento della polizia stradale, trasferito dopo molte polemiche da Caianello a Presenzano. Pasquale Caprio è figlio di Ubaldo Caprio, e le quote societarie della Ubi Maior sono così suddivise: 49% al primo e 51% al secondo. Tutti e due sono indagati, insieme con altre  26 persone. La Procura accusa i fratelli Caprio e i loro familiari di aver “costituito, nel tempo, un vero e proprio cartello di aziende – gruppo di imprese al solo fine di aggiudicarsi numerose gare ad evidenza pubblica su diversi enti pubblici”, avvalendosi anche di “professionisti (ingegneri, architetti, geometri) componenti commissioni di gara, con incarichi apicali in seno alle pubbliche amministrazioni, disponibili a favorire le imprese del gruppo nell’aggiudicazione di gare ad evidenza pubblica, anche dietro corresponsione di laute tangenti”. La Ubi Maior è accusata di aver vinto due gare d’appalto del Comune di Caserta con mezzi fraudolenti.

Il decreto sopra citato, inoltre, contiene un riferimento specifico che riguarda Presenzano, ed è un passaggio a dir poco sconcertante: infatti ci sarebbe stato un tentativo di alterare il normale svolgimento di una gara d’appalto indetta dal Comune guidato dall’avvocato Andrea Maccarelli,  presumibilmente quella per l’affidamento dei lavori di “Realizzazione di una struttura polifunzionale sportiva con miglioramento dei servizi delle aree pertinenziali del plesso scolastico in via Campanari – Stralcio”. La scadenza per la presentazione delle offerte era stata fissata al 7 febbraio 2022, mentre lo scorso 25 maggio è stata costituita la commissione valutatrice. La pianificazione della turbativa d’asta sarebbe emersa  durante l’attività investigativa, nella fattispecie dalla registrazione di alcune  conversazioni tra due indagati: Assunta Trepiccione, prima amministratore unico e ora dipendente della Casertana Costruzioni (ritenuta una fedelissima dei Caprio), e l’imprenditore Vincenzo Izzo, legale rappresentante della Euro Costruzioni Srl. La Euro Costruzioni fa parte di quelle imprese che “pur avendo un’autonoma gestione, risultano comunque partecipate al programma delittuoso, prestandosi  all’occorrenza ad eseguire le direttive di un unico centro decisionale, quelle del gruppo Caprio, partecipando a gare d’appalto già di fatto predeterminate circa l’individuazione del soggetto vincitore ed esecutore dei lavori pubblici”. L’impresa di Izzo è accusata di aver turbato una gara del Comune di Montaquila, in provincia di Isernia, aggiudicandosi l’appalto.

Gli inquirenti attribuiscono ad Assunta Trepiccione un ruolo chiave, anche con un’autonomia d’azione, nella promozione e gestione degli affari delle società legate, direttamente o indirettamente, ai fratelli Caprio, di cui condivide i “propositi delinquenziali”.

Questa ipotesi accusatoria sarebbe confermata proprio dall’intercettazione tra Trepiccione e Izzo, durante la quale la donna invita con insistenza l’imprenditore a partecipare alla gara indetta dal Comune di Presenzano. Trepiccione fa un generico riferimento ad una sorta di anticipazione, ad un “qualcosa da dare prima e a qualcos’altro da dare dopo”. In un primo momento, il titolare della Euro Costruzioni Srl si dichiara disponibile al pagamento di un 6% sull’importo a base d’asta, ma successivamente rinuncia per problemi legati al sequestro di un suo cantiere. 

Gli investigatori sono convinti che grazie  al pagamento di questo “qualcosa” l’aggiudicazione della gara “sarebbe stata verosimilmente scontata”,  un modo molto elegante per definire truccato un appalto. La parte in pubblicazione delle intercettazioni contenute nel decreto di perquisizione e sequestro dati, tuttavia, non fornisce ulteriori elementi: né sul reale destinatario di questo “qualcosa”  da versare in due rate, probabilmente ai Caprio, né se si è trattato del classico episodio  corruttivo di alterazione di un pubblico incanto mediante il pagamento di una tangente, anche se, indubbiamente, lo lascia intendere. Toccherà ai due indagati, con il supporto dei propri avvocati, dimostrare agli inquirenti di aver frainteso il contenuto del dialogo. 

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